Incontro Con Il Counseling
A volte quando entriamo in rapporto con gli altri, ci sorge spontaneo il desiderio d’essere d’aiuto. Sembra non esserci nulla di più semplice ed elementare, eppure spesso non sappiamo come fare: desideriamo aiutare, dare conforto, sostegno, aiuto intelligente, ma non sappiamo come.
A volte interveniamo in modo precipitoso con suggerimenti, oppure cerchiamo di tirar su il morale, minimizzando la difficoltà altrui; oppure ancora raccontiamo alla persona che soffre le nostre esperienze, dando per scontato che siano uguali. Con nostro grande disappunto tali strategie fanno ammutolire o arrabbiare l’altra persona.
Eravamo davvero intenzionati ad alleviare la sua sofferenza e invece ci accorgiamo di aver peggiorato le cose. Nel corso della mia esperienza ho imparato una regola: per poter essere utili dobbiamo lavorare prima su noi stessi. Per poter arrecare beneficio agli altri, dobbiamo prima di tutto occuparci della nostra confusione, della nostra mancanza di fiducia e di consapevolezza, della nostra paura del dolore.
L’aiuto più prezioso che possiamo dare inizia da parte nostra con la capacità di esserci. Noi siamo per lo più inconsapevoli della nostra capacità di esserci. Provate a fare un piccolo esperimento: restando seduti, prestate attenzione al fatto che state respirando, e quando l’attenzione si sposta, dal respiro ad altro, riportatecela con dolcezza..
Quanto tempo c’è voluto prima che la mente divagasse; cosa c’è di più semplice che essere qui in questo momento? Eppure è una cosa molto più complicata di quello che si possa comunemente credere. E se divaghiamo quando non sta accadendo nulla di particolare, cosa accade quando siamo sotto stress?
Senza la capacità di essere presenti a chi soffre, nessuna delle tecniche terapeutiche e di sostegno può andare molto lontano. Di fatto la parte più impegnativa del lavoro di counseling è: L’essere presente a un altro essere umano che sta provando dolore e sofferenza.
Se siamo presenti possiamo essere d’aiuto in molti modi: non solo siamo in grado di donare ad altri le nostre risorse, ma possiamo aiutarli ad attingere alle loro risorse. Ecco perché il Corso per imparare questo “mestiere” inizia con un “movimento rivolto verso l’interno” che aiuta a mettersi in contatto con le proprie risorse, le proprie motivazioni, le proprie opinioni. Solo poi il movimento va verso l’esterno, verso l’altro, tramite rapporti autentici e azioni professionalmente “corrette”. Tutti possiamo offrire all’altro aiuto sia per professione che per vocazione!
L’A.S.P.I.C. Counseling e Cultura di Viterbo, associazione culturale accreditata per la formazione di counselor secondo il modello pluralistico integrato, ha organizzato un incontro di presentazione sul Counseling, questa nuova professione che inizia ad affacciarsi sul panorama del mondo del lavoro. L’incontro si è svolto Venerdì 25 giugno dalle ore 17.30 alle ore 19.00 presso il parco di Milù, in Via del Pinturicchio 42 (Quartiere S.Barbara), Viterbo.
Il counselor è un agevolatore nella relazione d’aiuto, che lavora nell’ambito della salutogenesi a livello individuale, di gruppo , in organizzazioni e comunità, in un’ ottica di prevenzione e di promozione del benessere psicofisico. Questa figura professionale utilizza l’ascolto e la comunicazione per favorire l’esplorazione e l’autoconsapevolezza del cliente, sostenerlo in un momento di difficoltà, riconoscere e promuovere le sue risorse personali, accompagnandolo nel processo autonomo di ricerca del benessere.







