Terapia Di Coppia
Estate, tempo di amori che nascono e di amori che finiscono. I secondi fanno proprio male, ci lasciano a terra. Se poi ci sono i figli allora si fa sul serio, può diventare il dramma di tutta una vita. Lo scopo del mio scritto oggi è di sensibilizzare i lettori a svolgere la terapia di coppia. Lo scrivo francamente, senza fronzoli, non voglio che l’articolo passi per una pubblicità occulta, è una pubblicità chiara, una pubblicità-progresso; ho visto tante situazioni orrende che si sono risolte con la gioia di tutti.
Il fatto è che conosco talmente tante coppie in crisi che non affrontano adeguatamente il problema che mi chiedo: “Com’è possibile che tante persone non chiedano supporto?” Noi Psicologi sappiamo come fare, con risultati notevoli. In parte lo capisco: è difficile mettersi in gioco. Le coppie in difficoltà spesso entrano in giochi – nel senso transazionale del termine – nei quali non c’è spazio per un terzo incomodo, un moderatore.
Ci si continua a fare del male per egoismo, per masochismo, per un piano stabilito inconsciamente o semplicemente per difficoltà comunicative facilmente risolvibili. A Viterbo siamo a metà strada tra un paese troglodita e l’apertura mentale di una grande città. Le coppie davvero in difficoltà conoscono la possibilità della “terapia di coppia”, poi scatta la paura dell’ignoto: Ma cosa andiamo fare? Cosa dovremmo dire, cosa dovremmo fare? Poi è costosa. Poi le cose sarebbe meglio se ce le risolvessimo da soli. I panni sporchi si lavano in famiglia. Questa crisi con il tempo passerà.
Niente di più sbagliato. Non parlo di litigate passeggere, di battibecchi e di riappacificazioni. I segnali di allarme della coppia che non funziona più adeguatamente sono altri, ed è difficile – quasi impossibile – risolvere da soli certe dinamiche che si sono venute a creare. Aspettative verso il matrimonio irrazionali, tradimenti e rancori (e sempre più spesso immaturità affettiva) conducono dritti ad una situazione intollerabile, nella quale usualmente si rimane insieme per paura di far soffrire i figli per la separazione.
Eppure il peggior dolore che possiamo dare ai nostri figli è osservare dei genitori che non si amano e vivono nella menzogna. I nostri bambini comprendono a livello profondo quello che accade, anche se esprimono il loro disagio in modi contrari al senso comune, in maniera a volte molto sottile, a volte in modo plateale. Non dico certo di svolgere delle consulenze al primo litigio; nella coppia si cresce insieme (anche se siete cinquantenni!) e con il tempo si accettano le idiosincrasie e le differenze tra il partner reale e quello ideale che ci siamo creati nella testa durante l’adolescenza.
E’ bene chiedere una terapia di coppia quando è chiaro che ci sono problematiche profonde – litigi continui, mancanza di rapporti sessuali per più di due mesi, sviluppo di sintomi quali depressione, angoscia e senso di soffocamento – che si è provato a superare con i modi canonici ma non si è cavato un ragno dal buco. Un altro pregiudizio è rivolgersi a uno Psicologo solo per ritrovare la felicità di coppia; a volte è necessario invece per separarsi senza odio. Per distaccarsi con maggiore consapevolezza e limitare al minimo i danni per se stessi e per i figli.
E’ un appello che rivolgo anche ad alcuni avvocati: so che alcuni di voi guadagneranno meno, ma non sarete più soddisfatti di aver veramente aiutato una coppia in difficoltà?