Sempre di più le donne senza figli
Uno, massimo due figli per coppia. Sembrava questo il problema qualche anno fa. Troppo pochi bambini e l’Italia si popola ormai solo per via degli immigrati e della loro prole. Come mai molte donne di figli non ne fanno per nulla? Vediamo le motivazioni su cui ho riflettuto in queste vacanze natalizie (ho tante amiche trentenni per le quali mettere al mondo un pargolo sembra un autentico miraggio).
Innanzitutto: la percentuale di donne senza figli è davvero cambiata. Varie ricerche documentano che è sempre intorno al venti per cento; tuttavia, fino a un secolo fa povertà, emigrazione e malnutrizione obbligavano coppie sposate a non avere figli. Oggi – crisi permettendo – esiste un benessere diffuso, ciò nonostante la percentuale in Italia si attesta intorno al quindici per cento, fino a superare il venti per cento in regioni come il Friuli Venezia Giulia.
E la quota di gentil sesso senza figli sta progressivamente aumentando, soprattutto nell’Italia settentrionale. Molte donne, soprattutto laureate, hanno un forte desiderio di raggiungere una posizione professionale soddisfacente, ma il tempo medio della ricerca di un lavoro stabile si assesta intorno ai tre – quattro anni. Considerando che una donna si laurea intorno ai venticinque anni e ne impiega quattro per creare una relazione di coppia stabile e sicura, ecco che abbiamo superato la soglia dei trenta – trentadue anni.
La società e i tempi individuali cambiano (oggi gli psicologi considerano adolescenti anche persone di venticinque anni, perché ne presentano tutte le caratteristiche: dipendenza economica dai genitori, stile di vita…) ma l’orologio biologico rimane all’incirca lo stesso delle nostre progenitrici nelle palafitte, e superata una certa età, le problematiche del concepimento aumentano. Molte coppie desiderose di avere un figlio, a un certo punto desistono.
Un’altra causa è l’instabilità delle coppie (a mio modesto avviso la principale): viviamo in una società edonista nella quale vogliamo il meglio per noi stessi, partner compreso. Cerchiamo il compagno perfetto e inconsciamente non vogliamo prenderci una responsabilità così grande come l’allevare un figlio.
Sono così belli i bambini nel carrozzino quando incontriamo gli amici al Corso, però, pensandoci bene, come cambierebbe la nostra vita se ne avessimo uno nostro? Addio aperitivo e discoteca, addio libertà, addio vita adolescenziale! Alcune coppie evitano le proprie responsabilità; altre immaginano di diventare genitori inadueguati, sottovalutano le proprie capacità genitoriali e non si sentono mai pronti, mai all’altezza.
Alcuni di noi hanno avuto genitori che si sono sacrificati troppo e non ce la sentiamo di riproporre quel modello. Altre ancora fanno un figlio, ma in realtà vogliono solo prendersi cura del loro bambino interiore. Da piccoli sono stati rifiutati, o troppo responsabilizzati, e non hanno imparato a prendersi cura del proprio sé bambino. Così mettono al mondo un figlio cercando di dare a loro quello che non hanno ricevuto. Risultato: dopo qualche anno scoppiano sul lavoro o nella coppia, perché non sanno dire no né ai figli, né al partner, né ai familiari.
E’ dura la vita di una donna oggi. Tante scelte difficili, troppi ruoli nei quali dover dare il meglio. Come moglie, come madre, come lavoratrice. Le politiche a favore della maternità non influiscono sulla decisione di fare o no un figlio: al massimo convincono le persone che lo desiderano a farne più di uno. Ricordiamocelo, quando ci sorprendiamo a pensare quanto siano diventate egoiste le nostre donne.